Il Cappottino Rosso

Proseguono al Café Monet, di Piazza della Stazione2  a Bordighera, le “Letture Ostriche”, a cura di Quipresenti, Café Monet Social Place, Ipazia cibi e libri, piacevoli incontri culturali ai quali ieri, sabato 15 febbraio 2014, Manuela Ormea ha presentato “Il Cappottino Rosso”, pennellate di parole raccolte in racconti brevi, come ha sottolineato Daniela Cassini, sua relatrice, dalle cui pagine traspare un mondo che è quello di tutti i giorni, ricco di sconfitte e di vittorie, esattamente come il mondo che ci appartiene.
Sono storie di vite comuni per persone altrettanto comuni che in un qualsiasi momento cambiano con eventi drammatici e coinvolgenti in modo definitivo, senza possibilità di ritorno.
Il racconto rispetto al romanzo a questo punto lascia spazio alla fantasia e i racconti che Manuela presenta sono stilisticamente diversi anche se tutti con un linguaggio duro, vivo.
Storie al maschile e al femminile nei quali si intravede la personalità della scrittrice in tutte le sue fumature e come lei stessa dice, parlando di sé e del suo libro “Racconto di una durezza che non è fine a se stessa, ma che consola e spesso propone una soluzione”.
“Siamo come canne al vento, noi le canne e la sorte il vento” recita un aforismo di Grazia Deledda che precede uno dei suoi racconti e così a noi pare leggendo le sue interpretazioni della vita comune. E’ la chitarra di Marco Balbo e il contrabbasso di Fulvio De Faveri che accompagnano le pause tra le letture di Loredana De Flaviis e Franco La Sacra, del Teatro dell’Albero di San Lorenzo al Mare, abili attori che rendono i testi ancor più incisivi.
Sono ancora le parole di Manuela Ormea che colgono nel segno quando, ricordando la sua attività di insegnante di lettere a ragazzi adolescenti, sottolinea l’importanza della cura delle parole, come espressione della democrazia del pensiero.
I ragazzi non sanno dominare i propri stati d’animo, questo li mette in scacco e ciò genera violenza, quella che accompagna la loro complicata esistenza.
La letteratura, la cultura in genere è la strada, l’unica vera strada, per superare l’isolamento, la crisi intellettuale che, evidente a tutti, è una delle ragioni dell’infelicità dei giorni nostri.
Ritorna il pensiero che la cultura sarà la nostra salvezza a dispetto di chi ha osato dire che la cultura non nutre e hanno senso così le immagini del video, con cui si è aperto il pomeriggio, realizzato da Silvia Anghileri e Fulvio De Faveri, dove un gomitolo rosso, simboleggia la nostra esistenza e raccoglie il filo di una vita che si intreccia in percorsi e immagini specchio della vita.
Video che non ha risparmiato lacrime di commozione, la giusta atmosfera che ci ha introdotti ad un pomeriggio intenso. Non mancano nei racconti riferimenti alla nostra terra e agli incredibili tramonti di Bordighera.
Le immagini fotografiche sono di Eugenio Conte e Pietro Raneri.

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