Micio e Nok, i gatti di Marilena

Allora, questa pappa?

Allora, questa pappa?

I gatti son principi, sono re, sono i padroni del mondo. Chi pensa che in realtà siano i sorci i veri dominatori del globo non sanno che questi ultimi sono stati creati ad esclusivo uso e consumo del popolo felino. Non tanto come cibo, per questo sono stati creati i “padroni”, uomini e donne a cui viene predestinato un felino nobile, i quali sono coscienti che passeranno la loro esistenza a comperare scatolette prelibate di cui i loro “amici a quattro zampe” degneranno ben modeste attenzioni. I topi hanno semplicemente una ragione ludica e fanno parte di una stirpe fuggiasca sempre in allerta perché dietro ad ogni angolo c’è in agguato un terribile cacciatore. Ma del destino dei gatti si parla poco. Li si considera sempre come esseri superiori alle vicende terrestri, venuti da un altro pianeta. Non è così, i gatti di Marilena ne sono la dimostrazione lampante. Lei è una persona speciale, un cuore dolce come se ne vedono pochi ed è sicuramente la persona ideale per accudire un felino dai lunghi baffi. E’ così che in un giorno per noi mediterranei infausto, un venerdì 17 del 2002, arrivò nella sua casa Micio, uno splendido gatto dal pelo simile a velluto dal carattere anglosassone. Un vero lord, nato per la precisione il 6 aprile 2002, la cui flemma rispettava i canoni della miglior tradizione inglese. Sguardo fiero e nobile, di sicuro sangue blu, nonostante altri geni europei attraversassero le sue vene.

Micio, il principe

Micio, il principe

Una accattivante macchia bianca appena sotto il naso era un richiamo irresistibile per i baci di Marilena di cui lui apprezzava le carezze la sera, prima di appisolarsi sul divano. Proprio per la sua natura regale aveva considerato il venerdì 17 di buon auspicio, così come accade nelle case dei regnanti inglesi. Sapeva ricompensare con affetto e dispensava vibranti fusa per le attenzioni della sua padrona, guardandola con amore; i suoi occhi verdi, terribilmente felini erano fatali. Ogni prelibatezza ricercata era la sua dieta di cui lui gustava la preparazione disteso sul morbido cuscino, pregustando i ricercati sapori. Sapeva anche comportarsi bene dal veterinario, al momento delle prescritte visite ambulatoriali, concedendo il fianco quando era ora di valutare, dal parte del medico, la consistenza del fegato, dell’intestino o la presenza sui suoi denti bianchissimi di una eventuale carie. Era proprio così, un principe aveva trovato la sua reggia e il clima di Bordighera era quello che aveva sempre sognato. Grandi dormite, nei cui sogni pullulavano gattine profumate in mezzo ai fiori primaverili dove farfalle e insetti erano l’occasione per mostrare le sue capacità. Un gatto felice e felice in modo speciale.

piccolo amore

piccolo amore

Poi un bel giorno, ma non per lui, Marilena in un momento di distrazione presso la Libreria Mondadori, quasi senza accorgersene, venne a trovarsi tra le mani un batuffolo arruffato che Donatella le porse, raccontando una storia tristissima, di abbandono. Nok, perché questo diventò il suo nome, era un piccolo micio scampato per puro caso a un destino terribile; morire in un cassonetto della spazzatura. Un modo ignobile per liberarsi di una così piccola creatura, indifesa e non ancora svezzata. Certo, la fine che purtroppo molti animali son costretti a fare, un prezzo che pagano per l’imbecillità di tanti. Il cuore di Marilena, infinito e dolce, non ebbe dubbi. Si, il pensiero di Micio a casa che troneggiava sul suo territorio per un attimo la distrasse, “Pensaci bene…” diceva la sua coscienza razionale ma prontamente la bontà innata rispose senza indugio: “Lo porto a casa con me…”. Armatasi di biberon e latte fresco si incamminò verso casa. All’inizio Micio non degnò neanche di uno sguardo quell’intruso, venuto dal volgo, gatto partenopeo che dalla sua aveva solo il fatto di essere un cucciolo altrimenti la sua reazione sarebbe stata di ben altra natura. Nok era adorabile, iperattivo. La vita riconquistata e strappata a un destino ignobile lo rendeva reattivo, entusiasta, allegro. Micio lo guardava crescere, disteso ogni giorno sul suo cuscino, sopportandone gli assalti, gli agguati. Pazientava, come spesso fanno i lord, considerando quell’intruso un inconveniente contro il quale non poteva fare nulla. Quando iniziava a fare le fusa sembrava un motorino truccato. Il latte poi le crocchette e tutte le leccornie fecero si che in breve tempo Nok diventò adulto.

Arrampicatore

Arrampicatore

Dispettoso come un gatto di strada, si nascondeva tra i cuscini aspettando che la coda nera del principe gli passasse a tiro, per afferrarla e morderla. Suo malgrado Micio dovette fare i conti con quella presenza, oramai diventata adulta. I suoi sonni a sognar gattine nel prato erano sempre più spesso turbati da un assalto a tradimento ai quali ora, spesso, rispondeva con forza. Allora diventavano zuffe vere e proprie dove Micio abbandonava la sua plombe abituale per sferrare “cazzotti”, inarcando la schiena e soffiando come un mantice. Zuffe che raramente superavano qualche minuto, Micio tornava al cuscino, anzi era anche scocciato di essersi lasciato andare così, non era degno del suo rango. Quindi Nok si esibiva in rapide corse per il soggiorno, oppure arrampicandosi sulle tende o sullo stipite della porta, come un esperto funambolo. Ma poi, quando il sole calava, si trovavano entrambi sul divano e mentre Marilena si rilassava guardando un po’ di televisione, tra loro si scambiavano coccole dolci, leccandosi a vicenda il pelo. Che bello vederli così, mi racconta Marilena, sornioni e rilassati, felini della stessa specie ma così lontani per un diverso destino. Chissà cosa diventeranno i gatti nella loro prossima vita. Sicuramente nell’universo, in un pianeta di cui non possiamo neanche immaginare l’esistenza, esiste una terra fatta per loro, dove le piante generano frutti pendenti di pelouche, le cascate sono grandi tendaggi sui quali arrampicarsi e sotto ogni sasso si nasconde un topolino pronto a sfuggire a perdifiato rincorso da un gatto con la coda dritta. Micio e Nok dormono abbracciati, sembrano due grandi amici. Forse lo sono ma Micio, sempre all’erta, non si aspetta nulla di buono da quel partenopeo mediterraneo dalle origini dubbie. Vite da gatti, si sa.

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