Giovedì mattina, alla foce del torrente del Beodo, la dove alcune macerie seminascoste dalla vegetazione selvaggia e spontanea conservano i resti del “Gardino Incantato” di Cammi, una nidiata di germani ancora in parte implumi si aggiravano tra le foglie alla ricerca di una lumachina distratta o un verme succulento in esplorazione, mostrando al cielo le tenere piume della loro coda mentre immergevano il capo nell’acqua leggermente intorpidita da tutto quel movimento.Non ho potuto fare a meno di restare a ossservarli in disparte. Una scena familiare che vale la pena di raccontare: La madre vigile ed attenta, nuotando nell’acqua più profonda li protegge dagli attacchi possibili di qualche ratto di bassa lega, sicuramente nascosto tra il fango in attesa di un attimo di distrazione. Ma la germana è di carattere e con lo sguardo rapido non perde di vista la sua nidiata: undici pulcini irrequieti e vivaci ma altrettanto inesperti. Lei, la mamma, ricorda ancora i grandi stenti subiti durante la migrazione dell’anno scorso, sfuggendo alle pallottole dei cacciatori al passo in Toscana. Sua zia papera ci aveva lasciato le penne, proteggendola. Certo, fu un momento molto triste, ma nella vita dei germani la vita e la morte son sempre stati un confine sottile con cui ogni individuo faceva i conti ogni giorno. E anche saperla in qualche casseruola a cuocere con rosmarino ed olio dei colli non toglieva nulla alla sua vita dignitosa, prolifica ed avventurosa. E la forza della sua stirpe era nel sangue dei suoi pulcini, coraggiosi e forti. Germano Reale, il padre fiero e possente, restava un pò in disparte. Forse meno coraggioso della madre, era sempre pronto a spiccare il volo. Ma questo suo continuo stato di allerta era una garanzia; pronto a difendere la sua vita e quella della sua famiglia. Con una occhiata maliziosa il movimento rapido ed aggraziato del ciuffo di piume di Germana Reale gli risvegliò un desiderio mai assopito completamente e senza pensarci oltre cominciò la sua danza di corteggiamento; muovendo alternativamente il collo dall’alto verso il basso cominciò a girare attorno a Germana, lusingata ma anche un pò infastidita.
Quando le sue advance diventarono più esplicite, la papera perse davvero la pazienza. Rimbeccandolo con una certa violenza e portando qualche simulato attacco, non esitò a rimproverarlo: “Ma cosa vuoi ancora? Non vedi che abbiamo già undici paperotti da allevare, distratti, vivaci e pasticcioni. Piantala, lasciami stare”. Sapeva che tener lontano Germano Reale non era facile, in certe occasioni era davvero prepotente e poi a lei in realtà quel papero piaceva da morire. Gli avrebbe dedicato le sue piume più tenere ogni giorno, non c’era dubbio. Ma adesso non era il caso, aveva già troppo da fare così.
Germano Reale tornò a danzare, lei a protestare. Tutto questo movimento stuzzicò l’attenzione di tre bulli di paese, dalle piume verde smeraldo che sembravano laccate con la brillantina. Vedendo Germana così bella ed attraente si avvicinarono con elegante andatura, mostrando il fianco e le lucenti piume alla sua vista. Una sequenza di evoluzioni degne del miglior corteggiamento. L’eccitazione fu avvertita anche dai piccoli che interessati a quelle nuove emozioni si radunarono in cerchio, incuriositi ed agitati. Germana in quell’istante capì che la situazione sarebbe scappata di mano a tutti e con decisione si diresse contro i tre brillantoni pizzicandone con forza le ali. Questi, smorzando con rapidità i loro bollenti spiriti, presero rapidamente il volo sorvolando il Paese Alto per portarsi verso la grande comunità di papere che vive nel rio Borghetto, coscienti di poter incontrare li qualche libera e disponbile compagna. Liquidati gli scocciatori Germana si diresse decisa verso Germano ed apostrofandolo con forza gli ricordò che era ora di rovistare nel fango per recupera nuovi vermetti, lumachine e magari qualche gustoso gamberetto, come faceva quando era un premuroso corteggiatore. Perché questa volta rischiava grosso, veramente grosso. Era profondamente scocciata. Il papero fece un sorrisino, le piaceva da morire quel caratteraccio.