Che vento gelido, tra le fessure dei vicoli del porto. Quella leggera nebbia, umida e salmastra, gli si accumulava sulle ciglia, sul bavero del giaccone di pelle e maledettamente tra i capelli, inzuppandoli.
Era tutta la notte che apriva le porte dei locali, entrava per un attimo ed usciva quasi subito; lei non era lì.
Non seguiva un percorso preciso, se non quello che l’istinto gli consigliava; quel poco che di lei conosceva indicava i posti dove forse l’avrebbe trovata, avvolta dal fumo, con gli occhi immersi in un bicchiere e le piege ai lati delle labbra come due parentesi, quale inciso della sua morbida bocca.
A volte, ma non in tutti, si fermava a salutare il barista, a bere qualcosa, incendiandosi la gola per poi ributtarsi nel freddo turbine di quel vento di dicembre.
Si avvicinò all’orologio dell’angolo, rugginoso, con il vetro rotto ed con il disegno, un gallo francese stile rivoluzione, quasi completamente sverniciato. Ma preciso, si, questo non poteva negarlo nessuno, e, si sà, per un orologio è la cosa più importante.
Erano le due del mattino.
Le due, quella maledetta ora nella quale si decide il destino della notte.
La gente comune, alle due dorme, gli amanti alle due sono una cosa sola.
I ladri si alzano alle due, ed escono, le mignotte del porto alle due alzano il tiro, e cercano il cliente della sera, quello con il portafoglio gonfio.
Lui, alle due, non l’aveva ancora trovata, e si disperava dentro.
Era ubriaco, l’alcool, il fumo, il caldo ed il freddo.
Prese dalla tasca una sigaretta, la portò alle labbra, prese l’accendino.
L’accese, aspirando il fumo di quella prima boccata completamente, rincorrendo anche i piccoli riccioli bianchi che sfuggivano ai lati della sua bocca.
Lo fece uscire dopo un istante, con pressione ed un lieve sibilo, dirigendolo prima in avanti, poi verso l’alto. Il fumo, sorpreso da quel freddo, cercava di restare unito, ma l’alito di lui lo allontanava in modo imperioso, e quella piccola nuvola giocava con i raggi del lampione e la nebbia, allontanandosi e disperdendosi.
In un attimo le piccole gocce catturarono ogni filo di fumo, e la nebbia tornò padrona attorno a lui.
Riportò la sigaretta alla bocca, ma una mano, la mano di lei gliela prese e la portò alla sua. I suoi occhi chiari lo guardarono sorridendo, mentre aspirava una boccata. Poi, come era giusto accadesse, lo baciò, ed il suo fumo entrò in lui.
Erano le due precise, a quell’ora gli amanti diventano una cosa sola.
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