Il mare di per sè sarebbe tranquillo, sonnecchioso e giocherebbe per giorni lambendo con piccole onde i sassi sulla spiaggia, o le tenere alghe negli anfratti, tra gli scogli. E così lo vorrebbe il sole, il cielo e la luna, che culla i suoi raggi sulle piccole crespe onde nella notte. Ma il vento no, il vento non lo vuole così, non lo sopporta tranquillo e sonnecchioso, lo ricorda giovane e forte. E lo istiga, lo insulta, lo spinge e lo irrita, e lui, il mare si alza, si contorce, inizia a sbuffare, poi urla e si scatena, e tutto avvolge. Sbatte contro le pareti rocciose, imbizzarrito, urla, si dispera. Allora il vento si cheta, si ritira, si nasconde nelle grotte, tra i sassi. E di li lo continua a guardare per giorni, sorridendo, mentre il mare lentamente torna a calmarsi, ansimante, esausto. E si scrutano da lontano: ancora una volta il vento è riuscito nel suo intento. Amore passionale, il loro, unico come quegli amanti. ......................